FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Perché parliamo nel sonno?

Non è niente di originale: si chiama sonniloquio e il 75% delle persone ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Il 15-18% ne soffre regolarmente e l'1,5% tutte le notti.

La sveglia suona. Sono le 7. Bocca pastosa, occhi incollati. Tutto è sofferenza e disperazione. Primo movimento, fai cadere la sveglia a terra. Amen, domani metti quella del telefono. Dopo di che, con uno sforzo sovrumano, allunghi il braccio dall'altra parte del letto per cercare il contatto confortante della persona che condivide le tue notti. Niente. Non c'è nessuno. Strano.

Dopo qualche passo, entri in cucina dove regna un forte odore di caffè e di odio. Nessuna risposta al tuo "buongiorno" gutturale. Nemmeno uno sguardo. Azzardi un bacio, ma lei si scansa, irritata. "Che c'è?", rischi. Dopo un silenzio di qualche secondo durante il quale la tua anima sembra aspirata da un buco nero, la domanda: "Chi è Stella?"

Pubblicità

CHI? "Hai ripetuto il suo nome una decina di volte stanotte, ed era evidente che lei ti piacesse." Ok. Non ne ho idea. Insomma sì, ho conosciuto una Stella, lavora all'ingresso, non è male ed è anche simpatica, ma non ho mai immaginato… In breve, non hai mai parlato di Stella ad anima viva e certamente non alla tua tenera amante. Nessun ricordo della cosa. Ma non importa, sei schedato, colpevole per sempre. Bevi il caffè tutto d'un sorso in un ambiente glaciale, una porta si chiude e sai già che ti aspetta una serata impegnativa di ritorno dal lavoro.

Sei convinto di non aver fatto niente di male. A dire il vero, non hai fatto niente punto. Ma evidentemente hai parlato nel sonno, inconsciamente, e quindi senza avere modo di controllare quello che stavi raccontando. Non è niente di originale: si chiama sonniloquio e il 75% delle persone ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Il 15-18% ne soffre regolarmente e l'1,5% degli interrogati tutte le notti, spiega la Dottoressa Hélène Bastuji dell'unità di ipnologia dell'ospedale neurologico di Lione. Detto altrimenti, non sei il solo ad esserti fatto "sorprendere" dalla tua compagna. E poi non è colpa tua: da qualche settimana sei particolarmente stressato e lo stress e la stanchezza aumentano considerevolmente le possibilità di parlare nel sonno.

Il sonniloquio avrebbe un'origine genetica. Le persone che ne sono affette presentano infatti una predisposizione genetica simile a quella del sonnambulismo. Entrambi appartengono all'insieme delle parasonnie (disturbi del sonno che non incidono sulla salute). Quando dormiamo il nostro corpo libera due sostanze chimiche: la glicina e l'acido gamma-aminobutirrico. Queste sostanze hanno l'obiettivo di paralizzarci temporaneamente, affinché il nostro corpo non effettui movimenti che potrebbero tenerci svegli. Questo spiega, ad esempio, il fatto che non distruggiamo la nosta camera da letto sogniamo di picchiare a colpi di calci il nostro capo. Ma nelle persone affette da sonnambulismo tali sostanze non sono presenti in misura sufficiente per paralizzare effettivamente il corpo; lo stesso vale per il sonniloquio, dove le corde vocali, a loro volta teoricamente anestetizzate, restano attive anche se il resto del corpo è immobile. Alcune persone arrivano a produrre suoni che corrispondono a quello che passa loro in testa in quel momento. Più o meno.

Pubblicità

"Soltanto il 36% delle vocalizzazioni notturne sono costituite da parole comprensibili, spiega Ginevra Uguccioni, neuropsicologa. Il restante 64% sono pianti, risa, urla e bisbigli." E anche quando si tratta di parole comprensibili, non sempre le frasi hanno un senso compiuto. Questo dipende infatti dalla fase del sonno durante la quale interviene il sonniloquio. Per la maggior parte del tempo si manifesta durante la fase leggera, e allora può accadere che venga ripetuta una conversazione avvenuta durante il giorno o poco prima di addormentarsi; è anche la fase in cui i tuoi amici si divertono a farti sparlare e ti filmano volentieri.

Ma succede anche che si parli durante la fase di sonno paradossale, quella in cui generalmente si sogna. In quel caso ci sono buone possibilità che le nostre parole siano in relazione con il contenuto del sogno "No, ti prego, non portarmi via lo stegosauro" oppure "Ciao Stella, vuoi vedere il mio stegosauro?". Essendo i sogni delle valvole di sfogo dell'inconscio, il linguaggio impiegato spesso è molto volgare: si può trattare di insulti, minacce, al punto che chi divide il letto di una persona che parla nel sonno può essere molto spaventato (nella maggior parte dei casi, comunque, le offese sono dirette ai capi e ai colleghi di lavoro).

La testimonianza di una donna visibilmente stranita dai dialoghi notturni del compagno. Grab : yabiladi.com

Ancora più strano: ci sono numerose testimonianze di persone che parlano nel sonno in lingue che non sono la propria, anche sconosciute. Questo fenomeno, battezzato glossolalia e molto presente nei testi cristiani, è tuttora inspiegato ma certamente costituito da una forma di afasia, ovvero un disturbo del linguaggio. Una rapida ricerca su internet rivela la frequenza di casi del genere, che suscitano la sorpresa e l'angoscia di coloro che vi assistono, pronti a giurare che la persona in questione non parla altra lingua oltre la propria.

Eppure, secondo il neuropsichiatra Michel Poncet, "si tratta sempre di una lingua con cui si è avuto a che fare in passato". Questi casi somigliano a quelli di individui che hanno subito ictus e che si risvegliano parlando una lingua straniera o con un accento che non è il proprio. Di affetti da sindrome dell'accento straniero sono stati registrati 50 casi in tutto il mondo dal 1941 a oggi. Il più documentato è stato quello di Sarah Colwill, una donna inglese che non riusciva a liberarsi dell'accento cinese dopo un incidente cerebrale.

Qualunque sia il contenuto dei tuoi monologhi notturni, stai tranquillo: la qualità del sonno non viene intaccata. Puoi parlare tutta la notte senza sentire la stanchezza al risveglio, quindi puoi anche fare a meno di andare dal medico. Piuttosto, forse dovresti trovare un modo di spiegare una volta per tutte chi è Stella.