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Tecnologia

Il profumo di cometa non è come te lo aspetti

Uova marce, ammoniaca e un intenso, quasi soffocante, odore di formaldeide.
Una immagine di 67P/C-G della camera OSIRIS WAC (wide-angle camera) il 20 ottobre a 7.2 Km dalla superficie. Immagine: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team

Uova marce (acido solfidrico), lezzo di scuderia (ammoniaca) e un intenso, quasi soffocante odore di formaldeide. Il tutto mescolato all'amaro sapore di mandorla (acido cianidrico) a sprazzi alcolico (metanolo) e a sprazzi acetoso (anidride solforosa), unito alla dolcezza aromatica del solfuro di carbonio.

Questa è l'essenza di una cometa, scoperta da ROSINA (Rosetta Orbiter Sensor for Ion and Neutral Analysus) che da agosto sniffa la cometa Churyumov-Gerasimenko, attraverso i suoi due spettrometri di massa. Nonostante sia un odore pungente, è molto difficile da percepire dal momento che la densità di queste molecole è ancora molto bassa, essendo diluite con i componenti principali della chioma cometaria, acqua gasata (acqua più anidride carbonica) e monossido di carbonio. Una miscela questa estremamente utile per lo studio dell'origine del sistema solare, la formazione del pianeta Terra e, di conseguenza, l'origine della vita.

"Dopo tutto, sembra che la cometa Churymov sia stata realmente attratta dalla cometa Gerasimenko per formare Churymov-Gerasimenko, nonostante non indossasse Chanel N 5. Be', anche le comete hanno le loro preferenze," ha detto Kathrin Altwegg del Centre of Space and Habitability dell'Università di Berna.

Si presume che a distanze superiori di 3 unità astronomiche, cioè 450 milioni di chilometri dal Sole, la cometa tenda a sublimare le molecole di anidride carbonica e monossido di carbonio. ROSINA ha però rilevato che la chioma di questa cometa trasuda puzza da ben 400 milioni di chilometri di distanza dal Sole.

Un'analisi quantitativa sarà in grado di confrontare queste molecole con le altre presenti nel sistema solare, grazie al termorilevamento dei dati. Questo confronto rivelerà se la cometa Churyumov-Gerasimenko si differenzia dalle più note comete come quelle della nube di Oort―che prende il nome da Jan Oort, astronomo olandese e pioniere della radioastronomia, che avvalorò l'ipotesi riguardante l'origine comune delle comete ―facendo così nuova luce sulla nebulosa da cui è emerso il nostro Sistema Solare.