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arte

Ars Electronica 2015: la trasfigurazione tecnologica dello spazio urbano

Siamo stati al festival di arte digitale più antico che c'è.
Giulia Trincardi
Milan, IT

Feed Me - NOPER & SAINT MACHINE. Immagine via

Si è conclusa ieri l’edizione 2015 di Ars Electronica Festival, evento dedicato alle intersezioni che si creano tra arte, corpo umano e nuove tecnologie, che dal 1979 trasforma la città di Linz e i suoi spazi storici in un turbinio di mostre, eventi e suggestioni.

“Questo è stato uno dei festival più partecipati che abbiamo mai organizzato” hanno dichiarato Christine Schöpf e Gerfried Stocker, i produttori del festival che quest’anno ha ospitato oltre 900 artisti, scienziati e attivisti provenienti da più di 40 paesi diversi, e accolto circa 92.000 visitatori.

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Il titolo e tema di questa edizione è stato PostCity - Habitats for the 21st Century: sviluppandosi su diversi aspetti relativi alla trasfigurazione tecnologica dello spazio urbano, ha chiesto ad artisti, tecnologi e attivisti di ripensare cosa significhi muoversi nella post-città, cosa significhi viverci e lavorarci. Come (e se) la città possa adattarsi, restando baluardo e simbolo della società umana. Tra le tante opere, il pubblico dell’edizione appena trascorsa è stato spinto a riflette sul rapporto simbiotico tra il corpo e lo spazio circostante con Second Body, performance realizzata in collaborazione tra Anarchy Dance Theatre e Ultra Combos, che vede un ballerino (un corpo) interagire con una serie di proiezioni, di cui é prima creatore e poi creatura.

FutureLab, laboratorio permanente fondato da Ars Electronica—l’istituzione culturale, scientifica ed educativa che promuove anche il festival—, ha invece immerso i suoi spettatori in una serie di proiezioni processate in tempo reale con il progetto Deep Space 8K, evoluzione di un progetto presentato già nel 2009. Le proiezioni, tra immagini ad altissima risoluzione e video stereoscopici, si muovono sulla parete e sul pavimento di un palco, creando un effetto 3D permeante, che ricorda gli ologrammi tipici della fantascienza classica.

Caratterizzato da un’interpretazione molto più intima del significato di spazio—come ironica comunione tra corpi meccanici e non—l’opera interattiva Feed Me ha posto i suoi spettatori all’interno di un mistico uovo sacro. Questo oggetto dall’aria aliena e primordiale “vi invita ad offrirgli la vostra testa, la inghiotte e si nutre della vostra energia per tornare alla vita.” Tra il robotico e il vivente—un ibrido che respira gonfiando e sgonfiando i suoi organi sintetici—l’installazione coinvolge lo spettatore in un loop ritualistico e famelico. Feed Me è presentata dagli artisti NOPER & SAINT MACHINE nella sezione U19 - Create Your World, una delle categorie più affascinanti del Prix Ars Electronica.

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Inaugurate nel 1987, nel corso degli anni le categorie del festival—quasi precorritrici delle evoluzioni della media art—hanno salutato artisti come Peter Gabriel, John Lasseter (con il celeberrimo corto animato in 3D che è diventato il simbolo della Pixar nel 1987 e Toy Story nel 1996), Aphex Twin, Blast Theory, etoy, e hanno conferito riconoscimenti a invenzioni come il sistema operativo Linux, il rivoluzionario concetto di Hypertext e il linguaggio open source Processing.

Peter Gabriel, Sledgehammer, via

Consultate il sito dell’evento per sapere di più sugli eventi e sulle opere che sono state esposte quest’anno e perdetevi nel mastodontico archivio online delle premiazioni Prix Ars Electronica per scoprire quanta della media art e delle tecnologie che sono diventate quotidiane sono germogliate proprio all’istituzione che è Ars Electronica.