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Attualità

Compra un'opera d'arte, sfrutta un lavoratore

Dopo oltre vent’anni dalla nascita della net.art, gli interrogativi e le provocazioni del movimento ci ricordano che la rete è—soprattutto e sempre—uno spazio pubblico da invadere e sovvertire.

An almost complete list of labour slogans - Guido Segni (2015) - Courtesy of Domenico Quaranta di guido segni su Vimeo. Video in esclusiva.

Dopo oltre vent’anni dalla nascita della net.art, gli interrogativi e le provocazioni posti dal movimento tornano ancora a galla, ricordandoci che la rete è—soprattutto e sempre—uno spazio pubblico da invadere e sovvertire. L’ultimo progetto di Guido SegniWork less, work all. We are the 99% on Fiverr.com ne è un esempio.

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La rete ci fornisce una quantità di dati e di canali per entrare in contatto con le altre persone pressoché infinita e se una volta l’aspetto commerciale era forse meno imperante, oggi ogni contatto è uno scambio economico, implicito o esplicito. La net.art nasce anche in contrapposizione all’idea di opera d’arte come bene materiale monetizzabile: nell’epoca della riproducibilità infinita, nessun artista può rivendicare l’originalità delle proprie opere, ma solo l’impatto transitorio che hanno sul pubblico e il loro valore politico. La net.art si muove negli interstizi della ruota per criceti su cui corriamo, con lo scopo di renderci più consapevoli di determinati aspetti politici di essa.

Tis the final conflict, screenshot dell'autore.

Work less, work all. We are the 99% on Fiverr.com mette proprio in discussione uno degli aspetti più controversi dell’economia della rete di oggi: il lavoro sottopagato. Occupando il sito Fiverr.com, con una performance di body art collettiva e a catena, Guido Segni mira a coinvolge quanti più “dipendenti” di Fiverr possibile nella diffusione di un messaggio provocatorio.

Per l’intera durata della mostra, che termina 19 dicembre 2015, attraverso Link Cabinet si potrà accedere all’annuncio pubblicato da Segni per acquistare un nuovo lavoro, oppure consultare semplicemente l’archivio di quelli già esistenti. Così, chiunque potrà possedere un’opera realizzata sfruttando a sua volta le prestazioni di altri utenti del servizio, i quali, mettendo in gioco il proprio corpo, produrranno video o immagini seguendo le indicazioni fornite loro da Segni.

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Work less, Work all, screenshot dell'autore.

Pur sfruttando in qualche modo la manodopera disponibile, l’artista innesca un cortocircuito di senso, chiedendo alle persone coinvolte di recitare una serie di messaggi presi in prestito direttamente dal lessico e dagli slogan dei movimenti di tutela dei diritti dei lavoratori, i quali, seppur decontestualizzati, finiscono per assumere nuovi significati e promuovere una riflessione profonda sulle attuali frontiere del lavoro nell’epoca digitale. Rivendendo il tutto al prezzo di acquisto (eventuali offerte superiori sono facoltative), Segni garantisce di mettere la sua operazione artistica sullo stesso livello di quella delle persone che vendono i loro servigi attraverso il sito.

A proposito del processo creativo delle opere, Segni ha spiegato a The Creators Project che “le persone contattate inseriscono le proprie offerte nella categoria ‘human billboard’ vale a dire quella dei lavoratori che utilizzano il loro corpo per promuovere un brand. Proprio il tipo di mansione da loro proposta finisce per influire sul risultato tanto quanto la mia visione artistica.”

Nel caso di “Workers of the world unite,” ad esempio, il servizio offerto dalla protagonista del video è quello di recitare un testo a piacere prima di spiaccicarsi una torta in faccia. Nel surreale video prodotto da questa interazione la scelta è ricaduta sul celebre slogan tratto dal Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels.

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Work less Work All - We are the 99% on Fiverr.com - Trailer di guido segni su Vimeo. Video in esclusiva.

Ecco alcuni screenshot:

Segni ha commentato il metodo di lavoro adottato dicendo, "il mio intervento è per molti versi minimale e mira a dare una visione del modello di lavoro digitale, dimostrando in sostanza come l'utopia della rete in quanto modello di cooperazione stia sempre di più cedendo il passo a un modello di competizione"

Per saperne di più seguite Link Cabinet, pagina web promossa dal Link Art Center che ospita personali composte da singole opere realizzate secondo una logica site-specific e temporanea.