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Creators

Pornografia per piante

L'artista concettuale Jonathon Keats ci ha parlato dell'importanza di osservare le piante per capire noi stessi.

Restaurant for plants. Immagine: courtesy dell'artista.

Jonathon Keats è un artista concettuale e un filosofo sperimentale. Anche se da un po' di tempo a questa parte tutti gli artisti cercano di fare un po' i filosofi e viceversa, lui è prima di tutto un pensatore speculativo che cerca di creare dibattiti e di aprire mondi concettualmente inediti attraverso l'arte. Nei giorni scorsi, due delle sue opere relative al mondo delle piante—Pornography for Plants e TV Dinner for Plants—sono state esposte negli spazi di Agreements To Zindedine - ATZ, un'agenzia di artisti e designer di Milano, nell'ambito della serie di eventi Plllla Plllla (maybe plants platform).

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Per saperne di più sulla sua attività di alchimista tra l'arte, il pensiero e la botanica, lo abbiamo incontrato tra il verde delle piante e le luci al neon dello spazio di ATZ.

The Creators Project: Qual è il tuo rapporto con la filosofia? Ti ritieni un filosofo a tutti gli effetti?

Jonathon Keats: Ho studiato filosofia ma non condivido gli atteggiamenti della filosofia accademica, le domande che vengono poste e il linguaggio che viene usato escludono gran parte delle persone. Dopo la laurea ho cercato di applicare la filosofia in modi che fossero condivisibili anche con i non addetti ai lavori, perciò ho iniziato una serie di esperimenti in cui il mio ruolo era quello di osservare, non di argomentare a tutti i costi una tesi. Per farlo ho utilizzato, tra le altre cose, le piante.

Una foto pubblicata da plllla plllla (@pllllaplllla) in data:

3 Dic 2016 alle ore 08:50 PST

Pornography for Plants.

E in che modo riesci a coinvolgere le persone che si avvicinano al tuo lavoro nel dibattito filosofico?

Con le mie opere cerco di innescare conversazioni che altrimenti non nascerebbero, interazioni inedite. Mi piace molto vedere le persone che parlano del mio lavoro, perchè in fondo la filosofia è questo: non dare niente per scontato, porsi continuamente delle domande, dibattere. Siamo in una democrazia, il dialogo è ciò di cui abbiamo più bisogno.

In effetti un'opera dal titolo Pornography for Plants non può che suscitare una reazione…

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Sì. Pensando a cosa potesse essere sexy per una pianta, ho pensato ai movimenti delle api che impollinano i fiori. Quello che ho fatto in Pornography for Plants è stato filmare le api intorno alle piante durante il processo di impollinazione e realizzare una proiezione fatta di luci e ombre, solo bianco e nero, su misura per le piante utilizzando i filmati. Grazie alla fotosintesi, infatti, le piante possono sperimentare una forma di coinvolgimento sessuale corrispondente alla visione di un porno per un essere umano.

Restaurant for plants. Immagine: courtesy dell'artista.

Invece l'idea di TV Dinner for Plants com'è nata?

Dopo il porno ho iniziato a pensare alla cucina per piante, e così ho concepito un ristorante su misura per loro a Sacramento, in California. Ho messo dei pexiglass colorati intorno alle piante che si trovavano di fronte a un museo per differenziare il colore della luce e quindi, per traslato, le pietanze.

L'idea è che le piante si nutrono di luce, ma noi esseri umani abbiamo sviluppato un gusto per il cibo che va oltre la nutrizione, è uno dei cardini della nostra civiltà. In questo contesto, sempre diversificando lo spettro del visibile, ho realizzato anche un TV dinner for Plants da trasmettere in TV… è stato trasmesso su una rete locale di New York e anche online, così che tutte le piante potessero assaporarlo. Ho anche messo insieme un libro di ricette.

Un esempio di "pietanza" per piante?

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L'esempio più calzante sono le spezie: noi, per esempio, usiamo i peperoncini in piccola quantità per dare un sapore diverso ai nostri piatti. Ho pensato di riprodurre la stessa cosa per le piante per mezzo di una sottile luce rossa.

Negli anni Sessanta-Settanta, è stata fatta molta ricerca in questo campo, sia da parte dell'URSS che della NASA. L'obiettivo era quello di capire come coltivare piante in Siberia e nello spazio. Loro, però, ottimizzavano la coltivazione delle piante per poterle mangiare, io invece ho cercato di variare la loro nutrizione nell'idea di far mangiare le piante stesse.

Jonathon Keats. Immagine: Jen Dessinger/via

Il tuo intento, quindi, è quello di umanizzare le piante?

No, spero di no. Non voglio rendere le piante antropomorfe, voglio portarle in un certo senso all'interno del nostro mondo, ma secondo i loro termini. Ovviamente sarebbe ingenuo dire che non c'è anche un intento speculativo. Considerato il mio background, e il mio interesse per la filosofia, queste opere servono a far scaturire una riflessione su noi esseri umani e sul modo in cui viviamo.

Per saperne di più su Jonathon Keats, andate qui. Per conoscere i progetti di ATZ, invece, visitate il loro sito.