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Un israeliano ha photoshoppato i turisti felici del Memoriale dell'Olocausto

Con il suo progetto, 'Yolocaust', Shahak Shapira ci ricorda che il Memoriale di Berlino non è solo un posto per farsi i selfie.
Immagini per gentile concessione di Shahak Shapira

Attenzione: questo articolo contiene immagini disturbanti di campi di sterminio

Il design del Memoriale dell'Olocausto a Berlino è molto elegante e quindi molto fotogenico. Ma se i blocchi di cemento ideati dell'architetto americano Peter Eisenman vi fanno venire voglia di scattarvi delle foto ricordo, allora non avete capito bene che rappresentano i sei milioni di ebrei assassinati dal regime nazista. L'autore satirico tedesco-israeliano Shahak Shapira, molto disturbato da questa pratica, ha risposto con il progetto Yolocaust.

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Per Yolocaust, Shapira ha cercato le foto scattate al monumento postate sui social, Facebook, Instagram, Tinder e Grindr. Successivamente, ha photoshoppato i protagonisti su delle immagini provenienti dai campi di sterminio tedeschi. Una ragazza che esegue una posa yoga su uno dei blocchi di cemento può essere accettabile, ma inserita nel contesto della Shoah—in realtà lo stesso contesto del monumento—risulta assolutamente fuori luogo. Probabilmente, Shapira non vuole che le le sue immagini comunichino che queste persone hanno fatto qualcosa di spregevole, più che altro desidera far capire in maniera molto provocatoria che bisognerebbe portare maggiore rispetto al monumento.

Shapira si occupa di satira, quindi, anche se sostiene che tutte le immagini sono reali, possiamo benissimo supporre che alcune siano state modificate per bene. Eppure, sul luogo del monumento vengono scattate un sacco di foto fuori luogo. Nella migliore delle ipotesi, l'edificio viene visto come una location affascinante grazie alla quale racimolare un bel po' di like. Giudicate da soli.

"Sta a voi decidere come comportarvi nelle vicinanze di un monumento che rappresenta la morte di sei milioni di persone," dice Shapira sul progetto che si propone di rendere le persone consapevoli della orribile vicenda che ha portato ad erigere questo memoriale. Il progetto di Shapira riflette, forse in maniera un po' troppo violenta, su come il turismo spesso non rispetti la storia passata dei luoghi. Anche la serie fotografica di Roger Cremers, che ritrae il turismo di massa nei campi di concentramento, gioca su questo concetto.

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Qui sotto, potete vedere ulteriori immagini di Yolocaust. Prendetela come una guida su come non comportarsi nei luoghi di grande rilevanza storica.

Visitate il sito di Yolocaust per vedere altre foto del progetto.