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Rinascimento

La fotografa che trasforma i dipinti del Rinascimento in fotografie surreali e ironiche

Per quanto bella, l'arte rinascimentale non ha mai rappresentato equamente la società. La fotografa Ventiko è qui per dare una mano.
"Judith," 2010. Tutte le immagini per gentile concessione di Ventiko

Questo articolo contiene immagini adatte a un pubblico adulto.

Stranamente familiari eppure profondamente ultraterrene, le fotografie di quadri viventi realizzate da Ventiko sembrano opere uscite dritte dai libri di storia dell’arte—ma da una versione meno eurocentrica ed eteronormativa, e molto più impegnata socialmente. Le immagini sono vere e proprie riproduzioni e reinterpretazioni di dipinti classici del Rinascimento, colti dalla lente della sua macchina fotografica e filtrati attraverso la mente di un’artista impegnata socialmente che apprezza il canone della storia dell’arte ma è consapevole degli elementi che la rendono inadeguata nel 2016.

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"Someone’s Saint," 2012. 

La fotografa fonde opere iconiche come La Venere dormiente di Giorgione e La Venere di Urbino di Tiziano, per creare un’immagine nuova, “Venus Reclining,” sostituendo le donne bianco latte dei dipinti classici con una voluttuosa donna di colore sdraiata su un vestito da sposa, anziché sulle lenzuola di seta delle versioni originali, come se pronunciasse enfaticamente la propria rassegnazione ai ruoli di genere intrinsechi al matrimonio. In “Transformation of Venus,” Ventiko combina Venere e Cupido di Velásquez con l’opera molto più contemporanea di Ana Mendieta, Facial Hair Transplant, sfidando le norme di genere attraverso il ritratto di una donna nuda, ma con un paio di folti baffi sul viso.

"Reclining Venus," 2013

Le opere, nate da una sorta di tira e molla che Ventiko percepiva nei confronti dell’arte rinascimentale, fatto da un lato di profonda ispirazione, dall’altro di disagio, come se qualcosa fosse andato perduto nel processo di traduzione. “Una delle caratteristiche principali del Rinascimento è stata l’incorporazione dell’Umanesimo in ogni disciplina… eppure ho sempre trovato che fosse impossibile adattarla ai problemi sociali contemporanei,” spiega Ventiko a The Creators Project. “Nella mia critica della cultura contemporanea, prendo ispirazione dall’estetica rinascimentale e dai suoi concetti e aggiungo gli elementi che sento mancanti.”

"Transformation of Venus," 2015

“A prescindere da razza, genere o status socioeconomico, la forma umana in tutte le sue varianti merita di essere celebrata ed esaltata. Le opere rinascimentali sono state create quasi esclusivamente dal patriarcato europeo per un elite, con l’intento di comunicare potere e comportamenti moralmente accettabili attraverso visioni religiose e allegoriche,” aggiunge Ventiko. “Usando lo stesso canone, io incorporo e ricontestualizzo simbolismi, gesti, espressioni, ed elementi formali di composizione per distruggere la tradizione di ingiustizia e disuguaglianza presente allora come adesso nella nostra società.”

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"Justice," 2016

Non tutte le opere del repertorio di Ventiko rimescolano dipinti specifici. Altre immagini che compone si appropriano dell’estetica generale e degli elementi stilistici dell’era, per creare scenari originali che materializzano uno strano ponte tra Caravaggio e David LaChapelle. In “Me and Dex,” una donna nuda in stato di estasi è seduta vicino a un pavone statuario su una scrivania moderna, circondata da drappi floreali, una combinazione impetuosa che supera la linea tra il contemporaneo e l’arcaico e finisce dritta nel purgatorio del tempo.

"Me and Dex," 2015

Tutte queste immagini rappresentano, in realtà, solo la parte statica della pratica dell’artista: “Nel 2014 ho iniziato ad allestire questi quadri viventi come spettacoli fotografici dal vivo per il pubblico oltre che per il mio obiettivo. Durante i set fotografici, il pubblico diventava attore e partecipe, facilitando la mia documentazione del tempo e dello spazio,” racconta Ventiko. “Ogni performance fotografica abbraccia il voyeurismo, le forme umane, la perversione del simbolismo e dell’iconografia della storia dell’arte e trae ispirazione dal luogo in cui l’esperienza si compie.”

"Gypsy, My Muse," 2015

"Director’s Den," 2014

Un archivio più esteso delle opere fotografiche e performative di Ventiko è disponibile per il vostro piacere qui.